|
"Li Plachi" |
|
Nessun documento o iscrizione può illuminare circa l'antica terra de "Li Plachi", come nel passato era denominata la località dove sorge l'odierna Gravina di Catania, anche se il ritrovamento di una lucerna paleocristiana può far affermare facilmente come già in età ellenistica e romana questa terra alle falde dell'Etna, fin troppo fertile perché Greci e Romani la lasciassero in abbandono, fosse abitata.
Antico cofanetto del '600 Il 25 novembre dell'anno 1644 sotto Filippo IV della Corona Asburgo di Spagna, Girolamo Gravina acquisisce, per se e per i suoi discendenti di sangue, il titolo di Principe Gravina. Il 30 gennaio 1646, acquista, per concessione della Regia Corte la Terra Demaniale di Placa insieme a quella di Galermo che, in conseguenza della "compra" vengono infeudate in una al nuovo e unito impero. La terra di Placa cambia così il nome in quella di Gravina (solo nel 1862 fu aggiunto l'appositivo "di Catania" per distinguere l'omonimo paese in provincia di Bari) . Nel 1669 il Principe Girolamo Gravina riceve il Marchesato di Monpilieri e ottiene la nomina di Pretore della città di Palermo.
Stemma della Famiglia Gravina Ma il 1669 è anche l'anno dell'eruzione etnea più famosa fra tutte la precedenti, sia per i fenomeni che la precedettero, sia per la sua durata, sia per i danni apportati. Le cronache dell'epoca riportano che nel marzo di quell'anno ben cinque bocche eruttive portarono alla rovina delle fertili contrade meridionali dell'Etna, uno di quei bracci di fuoco di larghezza di circa mezzo miglio scese per la Vigna di D. Pietro Paternò Castello in Mascalucia bruciandone il palazzo e quasi tutta la campagna, arrivando così sopra le terre del Signor Principe di Gravina. Finita l'eruzione il territorio continuò ad essere adibito principalmente a seminativi alberati, vigneti, oliveti, ficodindieti e boschi. La produzione tipica rimase quella del vino.
Colata lavica del 1669 nei territori pedemontani (in verde territorio di Gravina) Gravina ha dunque avuto un'esistenza nei tempi più antichi, di piccolo centro rurale, composto da persone dedite all'agricoltura oltre che al mestiere di pozzari e di maestri tagliatori di pietra. Oggi la superficie forestale è scomparsa e negli anni '60 si è verificata una ulteriore e costante diminuzione della superficie agraria complessiva per la crescente espansione della superficie destinata all'edilizia urbana, nonché alla costruzione di nuove strade. I dati ISTAT dell'ultimo censimento 2001 segnalano Gravina di Catania come il comune a più alta densità abitativa della Sicilia (5.419 ab. per kmq), i motivi di questo primato affondano le radici negli anni 70-80 quando andò accelerandosi il flusso migratorio dei residenti catanesi verso la periferia alla ricerca di luoghi più vivibili, sollievo dal traffico e di case più a buon mercato. La vicinanza al capoluogo ha fatto il resto rendendo Gravina la meta preferita e, al tempo stesso, ha reso necessari interventi mirati a conferire al territorio strade e servizi più adeguati. La popolazione, quindi, è caratterizzata da un'alta percentuale che lavora a Catania ma abita a Gravina, mentre la restante parte rimane per accrescere le proprie attività commerciali sviluppando così un progresso economico utile al territorio gravinese.
|
![]() |
![]() |
![]() |
|
|